mercoledì 12 gennaio 2011

Perchè un corvo assomiglia ad una scrivania?



Una domanda che merita una risposta. Non ce ne sono molte di così belle in giro sulla rete. E' la domanda che il cappellaio matto Depp fa ad Alice in wonderland.
Esistono molte risposte. La più plausibile è il fatto che entrambi hanno bisogno di penne ma questa risposta è anche la più terrena. Mi soffermerò invece sul lato filosofico della domanda. Cosa simboleggiano la scrivania ed il corvo?
Per quest'ultimo la risposta è piuttosto semplice... la morte. O meglio... colui che ti accompagna nell'oltretomba. Perchè allora accostare la scrivania a quest'uccellaccio del malaugurio?
L'unica risposta che mi viene in mente è che la scrivania rappresenta la staticità e di conseguenza la morte della creatività. Fermi, senza nuovi progetti e stimoli, ci si spegne lentamente e anche se non si muore davvero si muore lo stesso. Si diventa inerti come il mobilio e si finisce ad essere un tutt'uno con esso.
E allora cerchiamo di non stare troppo alla scrivania altrimenti non si farà altro che aiutare il corvo :)

martedì 19 ottobre 2010

Il Gatka




Non è da tutti trovare un lavoro che piace, raggiungere una meta ambita, incontrare l'amore più volte nella propria esistenza. Già tutto questo sarebbe abbastanza per rendere felice un uomo. Ma se a tutto ciò si aggiungesse anche un'attività sportiva che completi il proprio Io allora il paradiso sarebbe là a portata di mano.
Per me quest'attività è il gatka. Per troppo tempo ho speso ore in palestra cercando una forma fisica decente faticando il doppio perchè alzare i pesi mi annoiava a morte.
Non c'erano sport che attirassero la mia attenzione. Cercai inutilmente di avvicinarmi alla Scherma e al Kendo ma, una offriva un ambiente altezzoso e una preparazione asimmetrica della postura, mentre l'altra una disciplina che non mi appartiene. Fortunatamente un giorno, una mia cara amica, mi parlò del gatka e da scettico andai alla prima lezione....
Non immaginate la meraviglia quando finalmente potei esprimere me stesso nei movimenti. Non era più solo sudore e ricerca della forma fisica. Era divertimento allo stato puro. Lasciarsi andare ad una danza della morte libera da ogni legame terreno. Si perchè Gatka è fidarsi. Fidarsi del proprio istinto. Lasciare il comando alla spada. Urlare, inveire e ridere col proprio nemico quando si combatte. Un'onda innarrestabile di emozioni ed energia.
Auguro a tutti di trovare uno sport così. Uno di quelli che non si lasciano piu' per tutta la vita.

sabato 25 aprile 2009

Neville Brody - biografia


Neville (1957). Uno dei designer che hanno rivoluzionato l'arte tipografica e il graphic design. Formatosi al London College of Printing, appena diplomato diviene autore della grafica di Cabaret Voltaire e art director della Fetish Record, curando l'artwork degli album di sconosciuti gruppi musicali punk. Nei primi anni '80 come art director cura l'immagine delle riviste The Face, City Limit, Arena, rinnovando la grafica inglese non solo underground.
Nell'87 fonda un suo studio, il Research Studio, che in breve tempo diviene un punto di riferimento obbligato per chiunque si occupi di grafica. Nei 10 anni successivi, disegna i loghi della Tv via cavo tedesca Première, della Orf, delle poste olandesi, della Haus der Kulturen der Welt di Berlino, del Parco in Giappone e di Greenpeace.
In Italia cura la veste grafica di alcune riviste tra cui il mensile fondato da Flavio Lucchini, Lei. Col titolo The Graphic Language of Neville Brody, nell'88 viene allestita una mostra sul suo lavoro che gira le principali capitali facendolo conoscere in tutto il mondo. Il materiale dell'esposizione costituirà la base di un volume monografico. È in questi anni che fonda Fuse (Font Works und Font Shop International), l'associazione che nell'ultimo decennio del secolo ha dominato la scena grafica internazionale.
Nel '94 esce The Graphic Language of Neville Brody 2, che raccoglie tutti i lavori prodotti dopo l'88. Con l'avvento della computer graphics, amplia il suo campo di interessi e di esperienze professionali creando i più diffusi e versatili linguaggi visuali usati nel mondo delle comunicazioni elettroniche.
Sul finire degli anni '90, collabora in Austria con la Dmc che si occupa di design per network televisivi, mentre in Giappone è la Digitalogue ad assoldarlo per una serie di cd-rom.
Tra i committenti degli ultimi anni, la Nike, Adidas-Salomon, Mont Blanc e il New York Museum of Modern Art.
L'uscita del libro The Graphic Language of Neville Brody coincide con una personale dedicata all'opera del creatore presso il Victoria and Albert Museum di Londra. Si tratta di uno dei più ampi tributi organizzati dal museo londinese nei confronti della cultura pop.

Alberto Burri - biografia


Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) il 12 marzo 1915.
Nel 1940 si laurea in medicina. Come ufficiale medico è fatto prigioniero dagli alleati in Tunisia nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas. Qui comincia a dipingere.
Rientrato in Italia nel 1946, decide di abbandonare la medicina per la pittura. In quello stesso anno si stabilisce a Roma. Fra il 1947 e il 1948 espone in alcune gallerie della capitale. Nel 1951 fonda insieme con Capogrossi, Colla e Ballocco il gruppo Origine e si propone il superamento dell’accademismo astratto. Dal 1950 i soggetti preferiti dell’artista diventano i Sacchi, esposti nelle mostre personali che, dopo Roma, si tengono anche in varie città europee e americane. Dopo il 1957 Burri presenta i Legni, le Combustioni, i Ferri nelle mostre che si tengono in alcune città statunitensi. Fra gli anni Sessanta e i primi Settanta vengono organizzate alcune importanti mostre retrospettive a L’Aquila (1962), Darmstadt, Rotterdam (entrambi nel 1967), Torino (1971) e Parigi (1972). Nel 1962 l’artista espone le prime Plastiche alla Galleria Malbourough di Roma. Agli inizi degli anni Settanta si registra una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai Cretti (terre e vinavil) ai Cellotex (compressi per uso industriale); si impegna inoltre nell’attività grafica: Poems di Minsa Craig (1970), Saffo di Emilio Villa (1973). Per il teatro, una delle sue grandi passioni, realizza le scenografie per Spiritualis (La Scala di Milano, 1963), per November Steps (Opera di Roma, 1972) e Tristano e Isotta (Regio di Torino, 1975). Nuove retrospettive vengono organizzate ad Assisi (1975), Roma (1976), Lisbona, Madrid, Los Angeles, Millwaukee, New York (1977) e Napoli (1978).
In anni recenti Burri esegue organismi ciclici, a struttura polifonica. Il primo è Il viaggio, presentato a Città di Castello nel 1979 e passato poi a Monaco di Baviera; Orti a Firenze nel 1980, Sestante a Venezia (1983) e Annottarsi (1985 e 1988). Nel 1981 a Città di Castello s’inaugura una raccolta permanente delle sue opere a palazzo Albizzini. Nel 1984, a palazzo Citterio a Milano viene organizzata una grande retrospettiva con oltre 160 pezzi. Negli anni Ottanta Burri continua a esporre le sue opere a New York, Parigi, Nizza e Roma. Dopo l’acquisizione da parte delle Fondazione palazzo Albizzini degli ex seccatoi del tabacco a Città di Castello, nel 1990 si apre il complesso museale interamente dedicato all’artista. L’anno seguente vengono organizzate due altre importanti retrospettive, a palazzo Pepoli a Bologna e al Castello di Rivoli.
Nel 1993, presso gli ex seccatoi del tabacco, viene aperto al pubblico un nuovo ciclo, dal titolo Il Nero e l’Oro. Nello stesso anno viene realizzata per Faenza un’opera in ceramica che porta lo stesso titolo, dono dell’artista alla città. Nel dicembre 1994 viene celebrata la donazione Burri agli Uffizi, che comprende oltre al quadro Bianco e Nero tre serie di opere grafiche.
Alberto Burri muore a Nizza il 13 febbraio 1995.

venerdì 27 marzo 2009

Beirut?


Chi conosce veramente i giovani arabi?
Tutti i giorni veniamo bombardati da notizie che riguardano terrorismo, guerra, minacce all'occidente ma chi può dire di aver osservato con occhio attento lo stile di vita di quei lontani paesi?
Che poi lontani non sono in fin dei conti. E' molto più lontana l'America ma dei nostri vicini di casa, cosa sappiamo?
Le notizie vengono filtrate non solo dai media ma dai loro stessi leader.
Abbiamo mai sentito le parole di ragazzo arabo? Sappiamo com'è il loro stile di vita? Se approfondiremo l'argomento magari potremmo essere sorpresi nel constatare che noi europei non siamo poi tanto diversi.

Credere


Tendere alla perfezione è come credere in Dio.
Se pensavi di non credere ti invito a riflettere. Se sei qui è perchè vuoi sapere.
Attraverso la conoscenza l'uomo migliora.
Cerca la perfezione, cerca cioè di assomigliare a Dio, espressione massima della creazione.